Dal 1 Gennaio 2016 la soglia minima del fattore di potenza (cosφ) è passata da 0.9 a 0.95

Per ricompensare le maggiori perdite e per incoraggiare l’uso di sistemi di rifasamento, il gestore della rete applica penali in bolletta nel caso di impianti con basso fattore di potenza.

Un impianto non rifasato assorbe maggiore corrente, a parità di potenza attiva. La maggiore corrente genera maggiori cadute di tensione e perdite per effetto Joule nella rete a monte. Per i contratti con potenza superiore a 16,5 kW, è necessario mantenere un fattore di potenza (cosφ) pari almeno a 0,9 per non incorrere in penali.
In base alla delibera AEEG 180/2013/R/EEL (in cui si fissano i corrispettivi per prelievi di energia reattiva da applicare a partire dall’anno 2016), il limite minimo del fattore di potenza, dal primo Gennaio 2016, per non pagare penali è passato da 0,9 a 0,95. In pratica l’energia reattiva dovrà essere inferiore ad un terzo dell’energia attiva assorbita. Il gestore della rete avrà facoltà di chiedere un adeguamento dell’impianto utente o il distacco dalla rete, in determinati casi:

  • Se il cosφ istantaneo al momento di massimo carico, per prelievo in periodo di alto carico è inferiore a 0,9;
  • Se il cosφ medio mensile è inferiore a 0,7;
  • Se il cliente mette in rete potenza reattiva.

I valori delle penali (in centesimi di euro per kvarh) saranno definiti anno per anno, sulla base dei calcoli del valore delle perdite Joule sulla rete.


Come adeguarsi

Tarare l’impianto ad un valore superiore o uguale a 0,95 se è presente un sistema di rifasamento automatico, o aumentare la potenza reattiva del sistema di rifasamento.

Ricorda:

A parità di potenza attiva, un impianto non rifasato, assorbe più corrente e genera maggiori cadute di tensione e perdite per effetto Joule nella rete a monte.

 

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